
Venti anni dopo: Il Progetto
Tra gli oltre 5000 episodi di violenza contro i civili commessi dall’esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti in Italia tra il 1943 e il 1945 – censiti e decritti nell’Atlante delle stragi naziste e fasciste – è incluso anche quello del 12 luglio 1944, nel quale furono assassinati 67 detenuti politici provenienti da tutta Italia, rinchiusi nel Campo di Fossoli, presso Carpi, transito verso i lager nazisti del Terzo Reich.
67 uomini, detenuti al Campo di Fossoli e successivamente assassinati al Poligono di Tiro di Cibeno: una cronografia che ha influito sulla mancata cristallizzazione della denominazione univoca della strage (di Fossoli? del Poligono di Tiro? di Cibeno?) e che ha contribuito, almeno in parte, a renderla meno nota di altre a livello nazionale, parimenti efferate.
Essa ha, peraltro, elementi peculiari: non è immediatamente riconducibile ad un atto di rappresaglia e, soprattutto, include i rappresentanti politici più importanti – di diverso orientamento – e numerosi militari di alto grado allora detenuti nel Campo: la futura classe dirigente dell’Italia liberata.
Nel 2004, in occasione del Sessantesimo anniversario della strage, fu pubblicato il volume Uomini, nomi, memoria. Fossoli 12 luglio 1944, di Anna Maria Ori, Carla Bianchi Iacono e Metella Montanari, successivamente reso disponibile in formato digitale dieci anni dopo, con una introduzione di Marzia Luppi.
Il volume ha un grade valore storiografico e metodologico. Oltre a ripercorrere la strage come evento collettivo, ha il pregio di presentarne le singole vittime “nel loro vissuto, così da poterne ricomporre le loro sembianze da vivi”. A ciascuno dei caduti sono dedicate delle schede biografiche, frutto di un lungo e paziente lavoro (iniziato nel 1996) di sondaggio presso gli uffici anagrafici delle località di origine o di residenza delle vittime e di scambi epistolari con i loro familiari, che contribuirono a fornire molte delle informazioni confluite nel volume. Promossa dall’Amministrazione comunale di Carpi e dalla Fondazione Fossoli, questa “indagine” ha avuto uno sviluppo “orizzontale” grazie al coinvolgimento di decine e decine di persone, direttamente e indirettamente legate alla strage, che con le loro ricerche e le loro testimonianze si sono fatte strumento di memoria per restituire la dignità di singolo individuo a chi fu assassinato e poi gettato in una fossa comune.
A distanza di vent’anni dalla pubblicazione di Uomini, nomi, memoria, questo sito vuole essere la prosecuzione ideale di quel progetto, tanto nell’obiettivo storiografico quanto nell’impianto metodologico: grazie al coinvolgimento di familiari, enti pubblici e privati, associazioni, storici locali e nazionali desideriamo approfondire lo studio della strage e delle biografie degli assassinati nonché rendere noti, ad un pubblico il più vasto possibile, gli esiti delle nuove ricerche. In altre parole, vogliamo dare vita ad un progetto di Public History partecipativo e collettivo: in questo sito si raccoglieranno dati, si farà comunicazione, si promuoveranno attività didattiche. Vorremmo che diventasse un repository di tutto quanto necessario per comunicare, diffondere e disseminare l’evento drammatico della strage, il contesto in cui è avvenuta e, soprattutto, la vita, la storia personale e familiare, il senso delle scelte e delle azioni, cioè di tutto quello che le 67 vittime sono state prima di sprofondare nel buco nero voluto da chi li ha assassinati. Assassinati ma non cancellati, perché da quel buco nero possono riemerge, grazie all’esercizio della storia, della ricerca, della memoria.
Manuela Ghizzoni
Presidente Fondazione Fossoli